di VINCENZO LAMBERTI
TORRE DEL GRECO - Un buco da due milioni di euro. Un piccolo déjà vu del crac della Deiulemar compagnia di navigazione che rischia di travolgere nuovi risparmiatori di Torre del Greco. E’ il caso Almalat, una società a responsabilità limitata per la vendita di formaggi e latticini per la quale è stato chiesto il fallimento da un fornitore.
Per l’ennesima volta sulla scrivania del giudice Massimo Palescandolo - presidente della sezione fallimentare del tribunale di Torre Annunziata e già titolare delle decisioni sul caso della Dimaiolines e della Deiulemar - si dovrà pronunciare su una richiesta di fallimento per una società di Torre del Greco, appunto l’Almalat. Che non è una compagnia di navigazione, bensì una società che si occupa della distribuzione alimentare presso esercizi commerciali al dettaglio. Il suo titolare, Massimo Castaldo, aveva deciso dal 2010 di iniziare parallelamente anche un’attività più redditizia.
A diversi risparmiatori, infatti, proponeva di finanziare l’acquisto di quote latte: operazioni commerciali e finanziarie che venivano retribuite con interessi fuori dal mercato. I tassi per coloro che decidevano di comprare le quote offerte dall’Almalat, infatti, andavano dal 10 al 20%. Una sorta di «banca privata» sul modello dell’ex colosso economico di via Marconi che dal 2010 aveva incassato cifre interessanti, pagando interessi altissimi.
In cambio, la società di Massimo Castaldo - un giovane imprenditore molto conosciuto a Torre del Greco - dava una certificazione fatta in casa (un cartoncino simil-certificato obbligazionario con la firma e il timbro dell’Almalat) che avrebbe dovuto «garantire» l’investitore. Accanto alle «assicurazioni» artigianali, la società di Massimo Castaldo aveva anche consegnato assegni circolari a firma dello stesso rappresentante legale fino a somme di 15.000 euro a coloro che investivano cifre importanti nell’Almalat. Affari che sono andati bene per circa due anni, fino al 2012. Investimenti raccolti e finanziamenti venivano restituiti con interessanti rivalutazioni. Poi, come accaduto nel caso di altre società finanziarie, la crisi ha giocato un brutto scherzo. Nel giro di poco tempo i risparmiatori hanno avuto difficoltà ad ottenere dall’Almalat non solo gli interessi che avevano pagato, ma anche le cifre dell’intero capitale.
Accanto a queste situazioni, inoltre, anche la principale attività dell’Almalat, con una crisi finanziaria così forte, ha avuto problemi seri. Così è arrivata la richiesta di fallimento da parte di uno dei fornitori della società. Accanto a questa, negli ultimi giorni, sono arrivate le richieste di fallimento presentate da una quindicina di risparmiatori che si sono affidati all’avvocato Giuseppe Colapietro per tutelare i propri interessi. Parallelamente, però, la vicenda potrebbe avere anche ripercussioni di tipo penale. Contemporaneamente, infatti, i risparmiatori che hanno perso i loro soldi hanno presentato un esposto denuncia in Procura. Atti che sono stati anche trasferiti alla guardia di finanza. Un’indagine che potrebbe scattare a breve ad aprire un nuovo fronte giudiziario sulla vicenda Almalat. Storie di risparmiatori che hanno perso tutto. E che chiedono giustizia.
28/02/2013 Fonte Metropolisweb